01 settembre 2025


 Direttiva (UE) 2023/970 sulla parità salariale tra donne e uomini 

Il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno approvato la Direttiva (UE) 2023/970 del 10 maggio 2023, volta a rafforzare l'applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione.

La direttiva prevede alcuni obblighi per i datori di lavoro, quali:

  • rendere facilmente accessibili ai lavoratori i criteri utilizzati al fine della determinazione della retribuzione, dei livelli e della progressione economica dei dipendenti; tali criteri devono essere oggettivi e neutri sotto il profilo del genere (art. 6);
  • informare annualmente i dipendenti del loro diritto di ricevere informazioni relative alla retribuzione individuale, ai livelli retributivi medi, con ripartizioni per sesso, delle categorie di lavoratori che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore (art. 7);
  • fornire, qualora richiesto dalle rappresentanze dei lavoratori, le informazioni concernenti i divari retributivi di genere, considerando anche le componenti variabili o complementari (art. 9)
  • cooperare con i rappresentanti dei lavoratori qualora, in assenza di giustificazioni fondate su criteri neutri ed oggettivi, vi sia un determinato divario retributivo medio tra lavoratori uomini e donne e, al fine di individuare eventuali correttivi (art. 10)

Gli obblighi di trasparenza e di comunicazione e i tempi di attuazione degli adempimenti, sono differenziati in relazione alla classe dimensionale dell’impresa.

La Direttiva prevede anche che il datore di lavoro non possa chiedere ai candidati ad un impiego informazioni sulle retribuzioni percepite negli attuali o nei precedenti rapporti di lavoro (art. 5).

Stato di attuazione in Italia:

  • il termine fissato per gli Stati membri per adeguare la normativa nazionale è il 7 giugno 2026;
  • l’articolo 9 della legge 21 febbraio 2024, n. 15, ha previsto criteri e principi direttivi per il recepimento della direttiva;
  • ad oggi, il Parlamento italiano non ha ancora recepito la direttiva.

Confcommercio - Imprese per l’Italia, unitamente ad altre Associazioni imprenditoriali, ha già avviato un’interlocuzione con il Ministero del Lavoro per monitorare il percorso di recepimento della direttiva, anche per evitare di appesantire le imprese di ulteriori oneri amministrativi rispetto ai dati già richiesti e in possesso dalla Pubblica amministrazione.

Restiamo a disposizione per ulteriori chiarimenti e per aggiornarvi tempestivamente sull’iter di recepimento nazionale.