10 aprile 2015


 Tribunale di Milano: nella catena delle responsabilità, vigilanza privata elemento debole 

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“Come sempre accade è l’anello debole della catena a pagare il conto di responsabilità non di sua competenza”, commenta Luigi Gabriele, Presidente di FederSicurezza, Federazione del settore vigilanza e sicurezza privata, in ordine ai drammatici fatti di Milano.

“Ci teniamo a chiarire, sia per i non addetti ai lavoro che per i ‘distratti’ che non ritengano prendersi la briga di informarsi correttamente sulle circostanze del caso, che la responsabilità dei servizi di sicurezza esterna del Palazzo di Giustizia, o meglio l’organizzazione degli stessi, non è purtroppo competenza di coloro ai quali gli stessi vengono affidati, bensì del proprietario dell’immobile, che nel formulare il bando di gara individua anche i criteri di prestazione del servizio. Chi ha operato – spiega Gabriele – lo ha fatto quindi secondo disposizioni da altri – e dall’alto – ricevute. Siano quindi gli altri a spiegare perché hanno ritenuto che il famigerato varco di via Manara non richiedesse l’ausilio del controllo accessi con metal detector, accontentandosi della mera esibizione di un tesserino plastificato, la cui contraffazione, se oggi è un gioco da ragazzi, risulta al contempo estremamente difficile da percepire, a colpo d’occhio e nella confusione di una coda di persone. E gli stessi altri, sempre dall’alto, ci delucidino una volta per tutte sul perché, a suo tempo, hanno deciso di desensibilizzare l’obiettivo Tribunale, inducendo le Associazioni di rappresentazione datoriale del settore, tutte allineate sul punto – la nostra associata Univ come le altre, senza primi della classe – a evidenziare al padrone di casa (il Comune di Milano), l’incongruità della scelta, nella formulazione del bando di gara, di ridurre il numero delle guardie giurate armate e di introdurre, in sostituzione – a mero fine di contenimento dei costi…perché la sicurezza è un optional –, personale definibile di ‘portierato’.

E’ infine estremamente spiacevole dover constatare, in un momento così drammatico, la sterile ricerca di primogeniture positive e l’adozione del classico atteggiamento di scaricabarile all’italiana, per non parlare del consueto sciacallaggio da parte dei media”, conclude Gabriele.