26 settembre 2020


 Portieri agli Uffizi di Firenze: Federsicurezza non ci sta  

La Vigilanza Privata è costante oggetto di disinformazione e silenzi sempre più colpevoli di un Ministero dell'interno che tace di fronte ad abusi manifesti e clamorose violazioni delle norme. Un drammatico fatto di cronaca, come quello della guardia giurata gravemente ferita da un collega all'interporto di Santa Palomba a Pomezia, è stato riportato dai media come un esempio di pressappochismo operativo del comparto. Eppure l'assalitore è un operatore fiduciario: perché un addetto alla sorveglianza notturna era privo di qualifica di gpg – con annessa formazione, oneri e onori? Perché la professionalità costa, e purtroppo ci se ne accorge solo quando ci scappa il morto. Così è successo per Trenord e speriamo così non succeda agli Uffizi di Firenze, che perseverano diabolicamente ad assumere portieri (ma non è bastata la strage di via dei Georgofili?) Luigi Gabriele, Presidente di UNIV e Federsicurezza, non ci sta.

La Saga continua - leggiamo su queste pagine. Ma ci viene voglia di dire, invece, che quello che continua è la Sagra, magari quella della Pignatta, tipica di un ridente paese dell’Avellinese. Sappiamo tutti come funziona: come la pentolaccia, che si deve rompere perché ne esca il prezioso contenuto che viene poi spartito tra i partecipanti. Nella nostra pignatta, o pentolaccia, c’è quel che resta della Vigilanza privata armata, di antica, quasi persa memoria...

Se fossimo in presenza di un caso isolato, potremmo pensare ad un non voluto disguido. Purtroppo non è così. Siamo infatti all’ennesima ripetizione di un comportamento, peraltro da nessuno, non dico censurato, come pur dovrebbe essere, bensì neanche preso in considerazione. Neanche dall’Istituzione.

Ed alla beffa si aggiunge lo scorno della disquisizione meta giuridica del Sommo Direttore degli Uffizi (di importazione germanica, grazie al mai troppo lodato ministro Franceschini), esperto di turno del nostro sistema normativo regolamentare. Il sommo ermeneuta ci spiega infatti il come ed il perché non si capisca proprio perché per gli Uffizi, modestissima cartolibreria periferica che conserva cartoline e stampe con copie di preziosi manufatti artistici, abbia bisogno di protezione particolare, atteso che le strade di Firenze pullulano, non già di turisti (magari questo in era Covid poteva pure starci), ma di uomini delle Forze dell’ordine in numero tale da scoraggiare qualsiasi malintenzionato dal compiere atti dolosi...

E tanta saggezza e tanta cultura giuridico legislativa coprono l’assordante silenzio di pur avrebbe il dovere di parlare, semplicemente per confermare quanto già normato. E chi dovrebbe farlo se non l’Istituzione? Chi dovrebbe intervenire se non l’Istituzione? Chi dovrebbe porre rimedio al metodico, quasi preordinato, smantellamento delle pur sancite da tempo prerogative di esercizio di attività per riconosciuta specialità e competenza?

Chi dovrebbe, e da tempo mostra di non annoverare tale dovere tra i propri compiti d’Istituto, porre un freno al parlare a vanvera (militarizzazione, udite udite...), o almeno correggere le abusate deviazioni comportamentali di un'utenza, anche (come in questo caso) qualificata, anzi super qualificata? Chi dovrebbe difendere l’ermeneutica delle norme, se non l’Istituzione tutoria che le ha emanate?

E' un nostro vaneggiare, ripetuto per di più? Come ripetuto è il caso, da Firenze a Latina e ora, mentre tentiamo o di scrivere qualcosa di sensato, anche a Roma, quella Roma Capitale di tutto, tranne che di una corretta funzionalità?

O è nostra tentazione di pensare ad azioni diverse per farci finalmente sentire, per meritare finalmente una qualsiasi risposta che ci induca a non pensare che il patrocinio della Sagra della Pentolaccia sia stato assunto dall’Istituzione, coltivando magari la stessa la non più tanto segreta aspirazione di contribuire per quota maggioritaria allo smantellamento di un comparto, che pure ha sempre ben meritato dalla Società civile, alla quale concorre a dare sicurezza in sinergia continua e costante con la Forza pubblica?

A pensar male si fa peccato, con quel che segue, si dice a Roma … Cominciamo davvero a pensare che ci abbiamo “azzeccato”, e non ne siamo contenti. Cominciamo a temere che si voglia con questi comportamenti aiutare la magistratura “speciale” ad aver modo di giustificare la propria funzione....Cominciamo a pensare che si vuole, rotta l’ultima pignatta e disperso l’ultimo pezzo del contenuto della stessa, che finalmente non ci sia più nessuno che si possa battere per il rispetto delle regole.

E così quella saga, che in fondo è sagra, non avrà modo di continuare, liberando anche il Covid dall’oneroso compito di dare il colpo di grazia alla Premiata Ditta della fu Vigilanza privata armata....

Noi non ci stiamo. Noi non possiamo e non vogliamo starci.