Il servizio di Vigilanza Privata Online sul convegno del 7 maggio scorso
Nonostante la concomitanza di Conclave, Giubileo e internazionali di tennis, l’evento UNIV – Censis del 7 maggio in Confcommercio ha attratto personalità del calibro del Questore di Roma Roberto Massucci, del Viceprefetto Michele Censi Buffarini e del Delegato alla Sicurezza di Roma Capitale Francesco Greco.
Il tema sicurezza era del resto centrale, dopo l’eccezionale stress test cui è stata sottoposta Roma per le esequie di Papa Francesco, che hanno fatto convergere nella Capitale 400mila fedeli, 249 delegazioni straniere (50 capi di Stato, 50 Premier e 10 royalties), il tutto in piene celebrazioni giubilari e della liberazione d’Italia. La città ha messo in campo un piano di sicurezza monumentale sotto il coordinamento di Prefettura e Questura. Ed è andato tutto bene, cartolina di Trump e Zelensky a San Pietro inclusa.
Quattromila agenti, mille solo per la scorta ai dignitari stranieri, pattuglie a piedi, a cavallo e motorizzate, no-fly zone, bazooka antidrone, controlli alle frontiere portuali e aeroportuali, allerta cyber per assicurare la continuità di trasporti e servizi. Il tutto coordinandosi con corpi specialissimi come la Guardia Svizzera e le security delle varie delegazioni. Questo lo scorcio sul backstage della Prefettura il 26/04 raccontato dal Viceprefetto Michele Censi Buffarini.
Gli ha fatto eco il Questore di Roma Roberto Massucci, enfatizzando il clima di amicizia istituzionale che ha portato al risultato del 26 aprile: “un modello che crediamo ripetibile anche con un’estensione al privato per immaginare un nuovo e più moderno pensiero di partenariato nella sicurezza. Penso ad un esempio di collaborazione che si è rivelato efficace, perché normato, come quello dello sport, o anche a strumenti di partecipazione come l’app YouPol, che permette all’utenza di segnalare alla Polizia possibili situazioni a rischio. Ragioniamo insieme, perché ogni atto di repressione certifica un fallimento del sistema: la prevenzione è la chiave”.
E risolta l’allerta Conclave a tempo record con un nuovo successo per la security, si tira oggi un sospiro di sollievo. Nonostante ciò, il rapporto UNIV – Censis presentato a Roma mette ancora una volta in luce la forbice tra insicurezza percepita e reale delittuosità (cresciuta ma diminuita in via tendenziale), con effetti anche sulla stessa scelta di uscire soprattutto per le donne, ma anche i giovani e le fasce fragili.
Anna Italia, Responsabile della ricerca UNIV-Censis “La sicurezza fuori casa”, ha infatti raccontato che cresce la percezione di insicurezza. A Roma va invece il primato per reati denunciati nel 2024 (non però per incidenza dei reati sulla popolazione, il cui primato va a Milano) con reati cresciuti del 23,2% negli ultimi cinque anni. Il Giubileo amplifica l’esposizione al rischio della Capitale: + 23,2% dei reati negli ultimi cinque anni, con picchi preoccupanti per le rapine in pubblica via (+51,3%) e i borseggi (+ 68,0%). Un fenomeno che non ha risparmiato neppure uno dei porporati giunti per il Conclave (sic) e che influisce anche sul commercio. Perché la sicurezza fa vendere.
Oltre ad aria condizionata, parcheggio assicurato e ampia disponibilità di merci e servizi, è stata infatti la sicurezza la chiave del successo dei centri commerciali. Lo ha ricordato Romolo Guasco, Direttore di Confcommercio Roma, sottolineando che garantire tranquillità e stabilità significa favorire commercio, benessere e vivibilità urbana. “E per farlo serve maggiore vicinanza della forza pubblica e più sostegno delle forze private”.
Pierpaolo Donati, Presidente di Federpreziosi Roma, ha lanciato un appello per il settore orafo, tra i più colpiti dal crimine. “Furti con destrezza e rapine sono i rischi principali, seguiti da furti con scasso e spaccate: il 77% dei nostri operatori ha subito in carriera almeno un tentativo di violazione. Urge un intervento delle istituzioni”. Tra le proposte: potenziamento della videosorveglianza, replicabilità anche a livello locale del Protocollo d’Intesa nazionale tra Federpreziosi e Viminale e incentivi fiscali per l’adozione di sistemi di sicurezza.
Già, perché un altro grande tema è che, con un costo dell’oro di quasi 96 euro al grammo e magazzini che viaggiano tra 400.000 e 500.000 euro, solo il 54% degli orafi ha un’assicurazione. Il motivo? Più che culturale è economico, visto che il premio assicurativo viene tassato del 22,25% (comprensivo dell’addizionale al fondo “antiracket” di un punto). “Sarebbe utile poter detrarre i premi assicurativi in sede di dichiarazione dei redditi o modularli in base alle misure di prevenzione adottate dalle singole imprese”, ha suggerito Steven Tranquilli, Direttore generale di Federpreziosi.
Ha chiuso il cerchio delle realtà a rischio Sergio Paolantoni, Presidente di FIPE Roma, ponendo l’attenzione sul ruolo della movida (non solo notturna) quale spazio di aggregazione, identità e partecipazione sociale. “Un divertimento sano è possibile solo attraverso un lavoro condiviso tra istituzioni, forze dell’ordine, operatori economici e vigilanza privata. Qualche esempio? Il protocollo “Bevi Responsabilmente“, sottoscritto da Fipe con l’Associazione Nazionale Magistrati per diffondere legalità e responsabilità nella somministrazione di alcol ai minori o l’intesa siglata con il Municipio IX di Roma Capitale per promuovere una movida sicura che non degeneri in mala movida”.
Quali sono le risposte, dunque? Per Francesco Greco, Delegato alla Sicurezza di Roma Capitale, è essenziale ridefinire il concetto di partenariato svecchiando un protocollo che parla ancora di “mille occhi” e facendo un uso più ampio e contemporaneo dell’intelligenza artificiale. “È ora di discutere in modo laico di videosorveglianza partecipata. Vedo molte aree operative in cui possiamo collaborare con la sicurezza privata: vandalismo, fasce deboli, bullismo, periferie, truffe agli anziani, scuole. Il tutto presuppone però di avere un polso chiaro sulla governance delle imprese di sicurezza e sull’evoluzione, dai modelli artigianali degli esordi, a modelli organizzativi come quello 231, che per certi versi garantisce controlli interni adeguati ai fini della trasparenza. Un altro tema è la sicurezza cyber, che deve ormai procedere di pari passo con quella fisica”.
Anna Maria Domenici, Presidente di UNIV – aderente a Confedersicurezza, ha rassicurato che il settore abbraccia oggi logiche tipicamente d’impresa, pur restando nel perimetro giuridico e amministrativo di realtà soggette ad autorizzazione di polizia. “Non mi sorprende che il 74,4% degli italiani consideri i nostri operatori come indispensabili per il territorio e che il 73,5% dichiari di averne fiducia. Del resto a 12 milioni di persone è capitato di chiedere assistenza alla vigilanza e a 8 milioni è stato prestato effettivo aiuto. Ci affianchiamo quindi a quel 73,3% di cittadini che pensa che si dovrebbero ampliare gli ambiti di intervento della vigilanza e ci rendiamo disponibili a discutere qualsiasi modello di partenariato. Accogliamo inoltre la richiesta di Federpreziosi per lo studio di un protocollo con UNIV”.
Quanto a noi di Vigilanzaprivataonline, ci associamo alle parole conclusive del giornalista Paolo Di Lorenzo, ricordando prima di tutto a noi stessi che i media non sono banali trasmettitori di fatti, ma player attivi nella narrazione, e dunque nella costruzione della realtà sociale. Se dunque è vero che il crimine cresce dove cala la fiducia, cominciamo a parlare più di legami di comunità che di paure e facciamo la nostra parte nel costruire la sicurezza urbana.